Pompei, letture e percorsi di luce gratis per festeggiare l’anniversario
Il 24 agosto del 79 d.C. l’eruzione: agli Scavi dalle 13 Patrizio Rispo legge Plinio il Giovane. Tornano le «lune»
NAPOLI – «Il 24 agosto, nel primo pomeriggio, mia madre attirò la sua attenzione su una nube di straordinaria forma e grandezza. (…) Si levava in alto, ed era di tale forma ed aspetto da non poter essere paragonata a nessun albero meglio che a un pino. Infatti, drizzandosi come su un tronco altissimo, si allargava poi in una specie di ramificazione; e questo perché, suppongo io, sollevata dal vento proprio nel tempo in cui essa si formava, poi, al cedere del vento, abbandonata a sé o vinta dal suo stesso peso, si diffondeva ampiamente per l’aria dissolvendosi a poco a poco, ora candida, ora sordida e macchiata, secondo che portasse con sé terra o cenere. (…) Intanto, su più parti del Vesuvio risplendevano larghe strisce di fuoco e alti incendi, il cui bagliore e la cui luce venivano aumentati dall’oscurità della notte».
Con queste parole Plinio il Giovane descriveva, in una lettera a Tacito, la tremenda eruzione che distrusse Ercolano e Pompei nell’anno 79 dopo Cristo. Lo scritto del nipote di Plinio il Vecchio, che in veste di comandante della base navale di Miseno immediatamente partiva per soccorrere gli abitanti delle ville che bruciavano nella solitudine, e i contadini che con una fuga precipitosa scappavano rappresenta oggi l’unica testimonianza dell’accaduto.
Le lettere di Plinio, per celebrare l’anniversario della data che segnò per sempre la storia di Pompei, saranno rilette oggi dalle 13 dall’attore di «Un posto al sole» Patrizio Rispo, in un evento speciale gratuito (l’ingresso è dal Foro Triangolare, nella zona dei teatri). Gratuiti stasera anche i percorsi «Le Lune di Pompei» e le visite notturne agli Scavi. Un’occasione da cogliere anche per quanti parteciparono all’inaugurazione a singhiozzo dall’iniziativa, nata con la «luna storta». Nelle prime due serate aperte al pubblico pagante, infatti, solo tre delle sette lune allestite riuscirono ad accendersi, mentre un successivo ed inaspettato black out interruppe lo svolgimento delle visite guidate. Un inizio tormentato che non risparmiò critiche allo spettacolo di suoni e luci diretto da Francesco Capotorto.
Dopo qualche giorno di sosta forzata, necessario alla verifica degli impianti e ad evitare un nuovo flop, pare invece che il percorso — inserito nel circuito Campania ArteCard e previsto ogni venerdì, sabato e domenica fino al mese di novembre – registri grande successo, tanto da richiedere la predisposizione di nuovi turni di visita. Merito delle sette grandi lune luminose che, quando accese, segnano il percorso e le soste, suggerendo con i loro nomi evocativi – la Luna di Morte, la Luna del Successo, la Luna Mitica, La Luna della Vita, la Luna che non C´è, la Luna Illegale e la Luna che si Diverte – spunti e motivi guida per narrare la storia, la mitologia e i segreti di Pompei. Alla serata commemorativa di domani, voluta dall’Ente provinciale del Turismo di Napoli in collaborazione con il comune di Pompei e la Soprintendenza archeologica, sarà però possibile accedere solo prenotandosi, fino ad esaurimento posti, al punto-informazioni dell’azienda turistica presente in piazza Esedra a Pompei. Il percorso luminoso muove dalle necropoli di Porta Nocera, per proseguire con la visita alla Casa del Giardino d´Ercole, detta anche Casa del Profumiere, e per la via soprannominata dell´Abbondanza.
I fasci di luce investono le case di Loreio Tiburtino, di Venere in Conchiglia e di Giulia Felice, per poi disegnare suggestivi giochi di luce nell´Anfiteatro, dove gladiatori e belve feroci si scontravano un tempo davanti agli occhi di 20.000 spettatori. I corpi luminosi svelano tesori regalando nuove suggestioni anche ai bravi conoscitori delle rovine archeologiche. Grazie agli artifici delle tecnologie multimediali, affreschi e insegne, illuminati ad arte, riportano alla vita l’antica civiltà, interrotta dall’eruzione che non lasciò scampo. Chissà se un giorno si arriverà a simularne gli effetti, per riportare i visitatori curiosi a quelle terribili ore di distruzione.
Fuani Marino
da IL CORRIERE DELLA SERA